venerdì 18 gennaio 2013

L'Integrazione come risorsa

Le opportunità che offre un'integrazione responsabile
 
L'Italia è un Paese dove le politiche d'integrazione sociale, pianificate, non sono mai partite. La legge 30 luglio del 2002 n°189 più conosciuta come la legge "Bossi/Fini" ha portato a una esasperata severità, ponendo l'attenzione sulla sicurezza e non sull'integrazione.

Noi crediamo che la legge non deve essere mai disumana. La nuova concezione deve essere quindi "l'Opportunità" per il sistema Italia e per gli immigrati. Insomma cogliere e dare opportunità.

Per far tutto ciò servono governance e politiche d'integrazione per le diverse comunità presenti nel nostro Paese. Cosa vuol dire?
La diversità culturale è una fonte di innovazione, di creatività e di imprenditorialità che se gestite con metodo possono diventare una forza positiva, liberando nuove energie e risorse per lo sviluppo. Si devono quindi abbattere le barriere istituzionali e investire sulle opportunità per massimizzare i benefici economici, concentrandoci su una futura politica basta nella valorizzazione della "diversità" come ricchezza nel Paese.

Qual è la strada da seguire?

Sicuramente, per un tema così complesso e spesso oggetto di strumentalizzazione, le parole del Presidente Giorgio Napolitano, tratte dal discorso di fine anno 2012, sono illuminanti.

Leggiamo un passo:

"L'immigrazione offre nuove risorse umane per lo sviluppo dell'Italia. Paese, quindi, l'Italia, da far crescere aperto e inclusivo: già un anno fa, avevamo 420.000 minori extracomunitari nati in Italia - è concepibile che, dopo essere cresciuti ed essersi formati qui, restino stranieri in Italia?"

Il Presidente Napolitano ci ha indicato la strada per un'integrazione sociale positiva e proficua.

Prima proposta: L'Italia deve crescere "aperta"

L'Italia deve essere un Paese aperto a cogliere le opportunità (il classico esempio è quello del pescatore: “Con la mia rete dove posso prendere più pesci, in una vasca oppure in un mare?”). Il che non vuol dire diventare un Paese senza regole. Le regole servono e devono essere rispettate se si vuole stare in Italia. I diritti vanno abbinati ai doveri!
Dobbiamo pero essere obiettivi: "L'Italia è un Paese che sta invecchiando, se non ci fossero gli extracomunitari legali, l'Italia sarebbe incapace di provvedere a se stesso. Pensate al lavoro di supporto che gli immigrati fanno con gli anziani e con la disabilità, nell'assistenza famigliare e domestica. Dobbiamo quindi avere una visione futura del nostro Paese. E poi se vogliamo davvero essere seri nel combattere l'illegalità dobbiamo essere pronti ad associare al nostro destino, al nostro futuro, coloro che risiedono regolarmente" (tratto da un discorso di Pier Ferdinando Casini a “Se fossi tu il sindaco di Roma”).
Nel concreto gli strumenti a medio termine sono i seguenti: voto alle amministrative, incentivo e sostegno per gli immigrati che vogliono fare impresa, rendere più accessibile i ricongiungimenti familiari, garantire il diritto allo studio per i figli dell'immigrati, garantire il diritto alla salute e della pensione, più accessibilità per i servizi finanziari, maggiori flessibilità per le condizioni di disoccupazione attraverso formazione tecnico-professionale obbligatoria. L'immigrato deve essere un cittadino come gli altri, il che significa che dobbiamo essere pronti a offrire l'opportunità di crescita. Alla luce di questo, l'immigrato è necessariamente più incentivato a scommettere "in o per" l'Italia. Accenderebbero più mutui per l'acquisto di una casa, investirebbero nella educazione dei figli, risparmi e pensioni depositati presso banche italiane consentirebbe di intercettare tutti quei capitali che con le "rimesse" fuggono dall'Italia verso i Paesi di origine e soprattutto con l'incentivo e garanzia per una libero mercato imprenditoriale si otterrebbero la creazione di preziosi posti di lavoro e di reddito, di competitività e commercializzazione estera.
 
Seconda proposta: L’Italia come Paese Inclusivo
Concedere la Cittadinanza Iure Solis, ossia la cittadinanza per i bambini nati o cresciuti in Italia. Questa è la moderna ottica d'integrazione per le Seconde Generazioni, che sono culturalmente italiani, frequentano le nostre scuole insieme ai nostri figli. Questi bambini sono figli di immigrati regolari che lavorano e vivono nel nostro Paese e che per di più nascono in Italia. Tifano le nostre squadre di calcio e hanno l'orgoglio della nazionalità che noi abbiamo. Loro devono essere parte del nostro futuro comune, "devono avere il passaporto Italiano perché sono nostri fratelli a tutti gli effetti", come ha detto Pier Ferdinando Casini.
I figli degli immigrati nati in Italia sono delle risorse umane importantissime e indispensabile per lo sviluppo del nostro Paese. L'Italia è un paese che sta invecchiano e domani saranno i "nuovi Italiani" a sostenere le pensioni, sanità, scuola, ammortizzatori sociali, ecc.

Rudy Flores
Responsabile Centro Studi Integrazione
http://www.cambiaredavvero.com/opinioni.php?aid=98
http://www.cambiaredavvero.com/

1 commento:

  1. Grazie Rudy :-)
    Mi piace vedere Rignano Flaminio come un paese arcobaleno. Le comunità sono tante ed i ragazzi, a scuola, si integrano con facilità. Siamo noi adulti ad avere più difficoltà, noi che facciamo fatica a cambiare e che siamo un po' spaventati da chi non conosciamo. Sarebbe bello organizzare occasioni di incontro, di scambio di esperienze di cucina, di giochi, di letture... Incontri per guardarsi in viso e scoprirsi uguali e rispettosi gli uni degli altri.
    Dono sangue da sempre, è possibile donarlo o riceverne da donne ed uomini di tutto il pianeta e mi è piace quando penso che quello delle persone di tutti i colori è così simile ed indispensabile alla vita.
    Un augurio per il lavoro che stai facendo e la disponibilità a partecipare attivamente alle iniziative che proporrete.

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